PRESEPE DI PIAZZA SAN PIETRO 2021

Arriva dalle Ande il nuvo presepe di Piazza San Pietro, sarà inagurato il 10 dicembre alle ore 17:00. Sono 30 i pezzi a grandezza naturale che rappresenteranno la Natività, i Magi ed i pastori. I materiali utilizzati variano dalla ceramica al legno, mentre l’abigliamento sarà tipico della popolazione Chopcca ( tipico villaggio peruviano) dichiarata patrimonio dell’umanità nel 2014. I Re Magi porteranno in dono al Salvatore gli alimenti tipici della popolazione peruviana, mentre Gesù bambino sarà avvolto dalla coperta Huancavelica ed è legato con una cintura intrecciata (chumpi).

Mostra dei Presepi a Sant’Antonio al Laterano – 2019

 

Mostra dei Presepi IX° edizione

Cripta della Basilica di Sant’Antonio al Laterano

Con la collaborazione

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O.F.M.

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Ordine Francescano Secolare

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Sede nazionale e Sede di Roma

 

 

 

 

 

 

 

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A.I.A.P: Sede di Roma

Mario Mattia
Mario Mattia

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Paolo Falfari

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Giuseppe Maddonni

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Osvaldo De Luca

 

 

Presepe di Santa Maria in Via

Questo presepe si trova nella Chiesa di Santa Maria in Via nel rione Trevi, alle spalle della galleria Alberto Sordi. La Chiesa è stata costruita in seguito al miracolo del pozzo avvenuto nel 1256 sotto il pontificato di Papa Alessandro IV . In questa chiesa da oltre sessant’anni da parte dell’Associazione Italiana amici del presepe si costruiscono presepi romani, la stessa Associazione è nata in questa chiesa.

100 Presepi in Vaticano

La mostra ideata dal giornalista Manlio Menaglia nel 1976 è uno degli appuntamenti più interessanti nel panorama delle mostre presepiali,dal 7 dicembre 2018 la mostra  si è trasferita da Piazza del Popolo (Sale del Bramante) in Via della Conciliazione in Vaticano (Sala San Pio X). Giunta quest’anno alla 44° edizione, sarà organizzata dal Consiglio per la Promozione della nuova Evangelizzazione.

Aperta tutti i giorni

dalle ore 10:00 alle ore 20:00
L’ingresso è consentito fino a un’ora prima dell’orario di chiusura.

Il 24 e il 31 dicembre l’esposizione chiuderà alle ore 17:00

 

                             Ingresso gratuito

Presepe di Piazza San Pietro 2019

Il Presepe di Piazza San Pietro 2019 quest’anno arriva da Scurelle, comune italiano di 1411 abitanti nella provincia autonoma di Trento. Sono 23 le statue in legno a grandezza naturale scolpite dal maestro Felix Deflorian  e da Ivo Tomaselli  rappresentano uno spaccato nelle valli trentine ad inizi ‘900. Il Presepe verrà inaugurato  il 5 dicembre alle ore 1720191225_22173620191225_22170320191225_221753

NATIVITA’ 2018

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Il 15 dicembre 2018 nel  nuovo spazio idea in via Gaetano Casati 27- RBN  ARTE – è stata presentata la mostra d’Arte sulla Natività a cura dei direttori  Mauro Rubini e Tiziana Bartolini con la recensione di Alessandra Rinaldi. Particolarmente interessante è stato lo spazio dedicato ai bambini che hanno espresso la loro visione della Natività con dei piccoli capolavori.

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Domenico Spanò

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Domenico Spanò

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Mauro Rubini

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Laura Palmarocchi

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Laura Palmarocchi

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Mauro Rubini

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Presepi di Greccio

Greccio
Greccio è uno dei borghi più belli d’Italia, situato tra le colline della Valle Santa in provincia di Rieti, famoso per la rievocazione del primo Presepe vivente della storia. Infatti nella notte di Natale del 1223, San Francesco diede vita alla rappresentazione della nascita di Gesù. Vivamente consigliato agli amanti del presepe grazie a siti come il Santuario Francescano del Presepio, il Museo Internazionale del Presepio ed il Sentiero degli Artisti. Non manca infine la buona cucina sabina.

 

 

Santo Bambino dell’Ara Coeli

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Il Santo bambino è il simbolo dell’Aracoeli, si tratta della più celebre immagine sacra della città, ritenuta miracolosa fino a far resuscitare i morti e guarire i malati più gravi; è stata rubata nel 1994. Si trattava di una statuetta di sessanta centimetri scolpita nel legno d’olivo dell’orto di Getsemani ( oliveto situato fuori la vecchia città di Gerusalemme nel quale Gesù si ritirò dopo l’ultima cena) alla fine del quattrocento da un francescano. In passato la statuetta è stata rubata per due volte, ma restituita. Una copia della statuetta nel 1798 fu donata dal cardinale Scipione Borghese alla chiesa di San Giovanni in Giulianello, la statuetta è veneratissima e si si sospetta sia l’originale, mentre nella Basilica dell’Aracoeli sia finita la copia. Nel 1736 il padre Casimiro da Roma scriveva che la statuetta appariva <<arricchita di smeraldi, zaffiri, topazi, amatisti, diamanti e altri preziosi ornamenti, fra i quali è considerabile un alamaro di cinque pezzi, ornato con 162 diamanti legati in argento del valore di 580 scudi>>. Nell’ottocento veniva portato agli infermi in una sontuosa carrozza fornita dai Torlonia e ogni 6 gennaio era utilizzato per una benedizione urbi et orbi dall’alto della scalinata. Popolarissimo ancora oggi, riceve lettere dai bambini di tutto il mondo.

 

                                                 Basilica di Santa Maria in Araceli

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L’ingresso di Santa Maria in Aracoeli da piazza del Campidoglio

 La leggenda della basilica dell’Aracoeli come raccontano i Mirabilia Urbis :  <<Improvvisamente si aprì il cielo e una gran luce piovve su Ottaviano che vide in cielo una bellissima Vergine su un altare con un bambino in braccio. Mentre preso d’ammirazione guardava, udì una voce che diceva: “Questa vergine concepirà il Salvatore del mondo” e subito dopo un’altra voce : ” Questa è l’ara del figlio di Dio”; allora Ottaviano si inginocchiò e adorò Cristo venturo>>. In realtà l’origine dell’Araceli è l’arx, l’antica rocca fortificata del Campidoglio, sulla quale sorgeva il tempio di Giunone Moneta e l’Auguraculum, l’altare costruito da Augusto ma non dedicato alla Vergine.                                     

 

 

Curiosità

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Dionigi il Piccolo

Anno zero

E’ stato il monaco bizantino Dionigi il Piccolo, che nel IV secolo introdusse la soglia dell’anno zero che ha cambiato la lettura degli avvenimenti in prima e dopo Cristo. Dionigi il Piccolo proveniva dalla Scizia (attuale Romania meridionale), è noto per aver introdotto l’era <<cristiana>> o <<volgare>> uomo di cultura parlava perfettamente il greco e il latino, venuto a Roma nel 495, fu richiesto da Bonifacio per interessarsi della data della Pasqua il cui calcolo contrapponeva chiese Orientali e Occidentali. Tutto dipendeva dal fatto che la Pasqua è legata all’anno lunare, più breve rispetto a quello solare di undici giorni e sei ore circa, per cui i giorni mancanti al ciclo della luna devono essere raccolti in un mese supplementare (o “embolismico”) secondo periodi che sono appunto difficili da definire. Nell’esporre al notaio primicerio i risultati della consulenza che era stata chiesta,Dionigi scrive di aver colto l’occasione per introdurre un’innovazione. Dice di avere preso come punto di partenza per la sequenza degli anni non più l’ascesa al soglio imperiale di Diocleziano, come continuava a fare Cirillo di Alessandria cui si era ispirato.  Era molto più giusto e molto più significativo cominciare da Gesù Cristo, il redentore del genere umano. Il conto degli anni a partire da Cristo entrò poco a poco nell’uso per la pubblicità fatta a Dionigi dall’autorevole Cassiodoro e per il decisivo consenso di Beda detto il Venerabile (Ω 735), un altro uomo coltissimo, monaco a Jarrow, in Inghilterra. L’èra cristiana si impose dapprima fra gli anglosassoni per merito appunto di Beda, poi in Francia (secolo VIII), poi in Germania (secolo IX), poi fu fatta propria dai papi (secolo X), e diventò pressoché universale nel secolo XVII.Secondo il suo errato calcolo Gesù sarebbe nato il 25 dicembre del 753, mentre si tratterebbe in realtà del 749. L’errore di Dionigi è vivo ancora oggi.

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Dio Mitra

25 dicembre

La scelta non è casuale, nell’antichità cadeva il solstizio d’inverno al tempo dell’imperatore Aureliano (270 – 275 d.c.). Quella giornata era dedicata al Dio Mitra 1200 a.c. considerato fonte della luce. Il culto pagano viene trasformato in solennità cristiana. 

 

Dov’è nato Gesù?

Era adagiato in una mangiatoia sopra la nuda terra o sopra della paglia?

Nasce in una grotta o dentro una capanna?

Domande scaturite da ciò che l’iconografia rappresenta. Della grotta parlano gli Apocrifi, le icone ed i dipinti più antichi sottolineano il contrasto tra le tenebre e la luce; la grotta è il simbolo degli inferi che cristo sconfiggerà.